Come di consueto l’avvicinarsi dell’estate segna anche l’avvio della stagione dei concerti all’aperto e dei festival, ormai diffusissimi sul territorio nazionale e sempre più spesso ubicati pressolocation estremamente peculiari o uniche, dalle cave di marmo di Nextones al labirinto di LOST, dal lago di Lecco di Nameless alla valle d’Itria di VIVA e tantissimi altri. Tra tutti però a catturare la mia attenzione è stato il quasi totale cambio di rotta di Terraforma, kermesse che per anni si è tenuta nella bellissima Villa Arconati, con line-up da far invidia ai più grandi festival elettronici europei.
La Threes (NDR l’agenzia titolare del marchio) è diventata rapidamente un punto di riferimento non solo in Italia, ma anche in Europa, grazie alla progettazione di tantissimi show ed installazioni, fra cui, oltre al Terraforma, vogliamo citare almeno il Nextones.
La decisione di modificare radicalmente il proprio spettacolo di punta rappresentava sicuramente una scelta coraggiosa, che a mio avviso, seppur con qualche riserva, ritengo abbia funzionato alla grande.
Per la prima volta, Terraforma decide di fare le cose “in piccolo”: abbandona l’enorme Villa e i suoi giardini, cambia il nome in “Terraforma EXO”, si sposta nei giardini della Triennale di Milano e riduce la durata da tre giorni a uno (più un paio di eventi gratuiti domenica 16 Giugno).
Si tratta di una scelta che può sembrare controcorrente, specialmente nel mondo degli eventi, dove è sempre più importante la “viralità” dell’evento, il “sold out”, la spettacolarizzazione e la produzione fantasmagorica che deve catturare l’occhio e vendere l’esperienza ai partecipanti.
Essere ogni anno la versione più grande e spettacolare di se stessi non è semplice, e a volte un passo indietro o di lato è la soluzione migliore.
è difficile (e forse anche limitante e poco corretto) dire se una scelta simile sia stata dettata da problemi di budget (ricordiamo che l’estate scorsa 3 giorni di Terraforma arrivavano a costare quasi 300€ dopo l’annuncio della line-up, un po’ troppo per un festival che esplora il ramo più sperimentale e meno vendibile dell’elettronica e si propone di essere “culturalmente sostenibile”) o da un radicale ripensamento dei propri princìpi.
“EXO” ha sfruttato diversi spazi nel pieno centro di Milano, dalla Triennale (interno + giardini), a Parco Sempione, al teatro Burri, al teatro dei Burattini, ed è riuscito a creare un’esperienza rilassata e decentralizzata, senza perdere mai di vista la ricerca musicale estrema e il valore intrinseco rappresentato dalla musica.
La line-up ha confermato l’intento dell’organizzazione di offrire un’esperienza di livello con artisti del calibro di Robert Henke, headliner col suo “CMDB Show”, Damsel Elysium, Kendra Pfahler, David Toop, in veste di performer ed “insegnante”, Caterina Barbieri, presente con una propria installazione, e tantissimi altri.
Henke, in particolare, ha portato la sua performance “CBM 8042 AV”, in cui scrive rapide sequenze elettroniche su cinque personal computer Commodore 8042 degli anni ‘80, ciascuno dalle limitatissime risorse.
Grazie a un software personalizzato scritto ad-hoc per questi computer, il tedesco è in grado di controllare le macchine per generare suoni, manipolare pattern sonori e sequence e, infine, gestire la parte grafica.
Il risultato finale è una elettronica primordiale, semplice, ma reminiscente della IDM moderna, complessa nelle ritmiche e nelle interazioni delle voci.
Tornando al festival, possiamo dire che l’impressione è stata quella di assistere a un qualcosa di radicalmente differente rispetto alla continua ricerca di magnificenza delle altre kermesse, come se il ritrovato equilibrio e tranquillità fossero lo scopo ultimo di questo “rebranding”.
Una simile presa di posizione è sicuramente lodevole e merita un plauso, perché non si tratta semplicemente di una “riduzione”, ma soprattutto di una decisione di aderire ai propri princìpi di sostenibilità e rispetto dell’ambiente, da sempre presenti nella filosofia del Terraforma.
La risposta del pubblico presente nella giornata di sabato (unica a pagamento) sembra essere stata ottima, e chissà che “EXO” non sia solamente un capitolo nella storia di Terraforma, ma la sua nuova realtà.
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