Ritornano i concerti e ci rendiamo conto che una delle sensazioni che più ci è mancata è stata quella di poter assistere a uno spettacolo da vivo in piedi, all’interno di un locale gremito e con un pubblico voglioso di ballare, cantare e divertirsi, anche solo per recuperare tutto quello che ci è stato tolto negli ultimi due anni.
Questa volta, in data 24 Marzo 2022, abbiamo fatto visita al BIKO di Milano per un evento targato Jazz:Re:Found, una delle poche realtà italiane in grado di valorizzare davvero il meraviglioso territorio nazionale (il festival originale ha sede a Cella Monte, nelle Langhe) tramite una raffinatissima scelta dei “main acts” e una programmazione di eventi varia e sperimentale che spazia in tutta Italia.
Dal 2008 a questa parte JZRF si è infatti imposto come uno dei maggiori festival di musica alternativa in Italia (non lo diciamo noi: il portfolio parla da solo…) e continua a rinnovarsi anche tramite una serie di concerti introduttivi al festival vero e proprio, che si terrà nella prima settimana di settembre. Tra questi concerti “preparatori” fa parte l’evento di cui vi parliamo che ha avuto come protagonista Kassa Overall, eclettico MC e batterista jazz statunitense, classe 1982, originario di Seattle ma con base a NY.
Per i lettori più affezionati del blog questo nome non sarà nuovo: l’abbiamo menzionato più volte un paio di anni fa per il bellissimo “I Think I’m Good” del 2020, una gemma nel panorama hip-hop più underground e indipendente.
Kassa è in grado di unire perfettamente la tecnica esecutiva del jazz con un songwriting raffinato e una notevole capacità di arrangiare melodie e linee vocali “catchy”, cantabili e che strizzano l’occhio al pop.
La vena pop, unita a quella avanguardistica, rende Kassa Overall uno degli artisti più interessanti dell’attuale panorama hip-hop, che non ha nulla da invidiare al più celebre batterista/MC Anderson .Paak, col quale il paragone risulta estremamente naturale: ma a differenza del californiano, la musica di Kassa Overall sembra essere legata a un’atmosfera più rilassata e possiede una notevole componente sperimentale e di improvvisazione, in cui il flusso perpetuo sembra prendere il sopravvento sulle singole composizioni.
Questa vena fortemente personale e esplorativa rende Kassa Overall uno degli MC’s e strumentisti più interessanti della scena, alla pari con Cities Aviv (segnatevi questo nome, tornerà!), JPEGMAFIA, Thundercat, R.A.P. Ferreira, il mostro sacro Frank Ocean (soprattutto quello più visionario e delirante di “Endless” o della seconda parte di “Blond”) o l’ultimo Mac Miller, che con Jon Brion in cabina di regia ha saputo tirare fuori il meglio di sé.
Il live inizia intorno alle 22, con una formazione estremamente particolare: condividono il palco con il leader un percussionista, un pianista e un DJ/sassofonista/addetto alle macchine, che si rivelerà essere il co-protagonista della serata.

Assolo di sax.
Foto by @michaelyohanes87
Il concerto riarrangia radicalmente i brani di “I Think I’m Good” e del precedente “Go Get Ice Cream” (2019): il live è una lunga jam di circa due ore di raffinatissimo hip-hop fuso alla perfezione col jazz più moderno.
Ogni brano è ri-arrangiato in maniera da valorizzarne l’aspetto ritmico e da mettere in risalto le abilità tecniche dei performer: ogni jam fa risaltare le doti tecniche e stilistiche dei musicisti coinvolti, dai ritmi frenetici imposti da Kassa e dal percussionista, alle complesse melodie di piano, alle sfuriate di sax e al sapiente uso dei campioni.
Una sensazione di jam perpetua data dalla continua rielaborazione di campioni provenienti sia dal pubblico, sia da frammenti suonati dalla band in precedenza, in un mix continuo che consente alla musica di fluire indisturbata, presentando al contempo i pezzi dei due album in una maniera estremamente creativa.

By @michaelyohanes87
Kassa intrattiene il pubblico, scherza senza mai prendersi troppo sul serio (divertente l’improvvisazione/gag a seguito di un microfono non funzionante) suona la batteria con maestria, canta, balla e si alterna instancabilmente tra batteria e microfono: mostra sia le sue doti come cantante e soprattutto quelle di MC, con diversi freestyle reminiscenti del Kendrick Lamar del leggendario “To Pimp A Butterfly”.

Kassa Overall alla batteria. By @michaelyohanes87
Il concerto procede regolarmente e col tempo ci rendiamo conto che è stato tutto azzeccato nel corso della serata: dalla scelta dell’headliner, a quella del locale, con la sua atmosfera rilassata da jazz club del midwest americano: il locale gremito, che di questi tempi solitamente è una leggenda metropolitana e non è assolutamente da dare per scontato (figuriamoci riempire un locale non esattamente ben collegato, in una data infrasettimanale, con un artista di nicchia: chapeau!), testimonia l’apprezzamento del pubblico e la conferma che un’accurata programmazione (ad esempio tra gli atti di questa serie di concerti “preparatori” vi sarà, con una scelta perfettamente coerente con lo spirito del festival, uno spettacolo di Thundercat, sempre a Milano) e l’attenzione per il sound e il proprio pubblico è la chiave del successo di qualsiasi rassegna.
N.B. Tutte le foto sono opera del fotografo ufficiale Michael Yohanes (@michaelyohanes87), che ringraziamo per la gentile concessione!
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